Una tenuta di oltre 30 ettari con 22 di vigna, di cui 12 impiantati soltanto pochi mesi fa
Punta ora a diventare il primo polo per la spumantizzazione dell’Albana in Romagna

RIOLO TERME

di Laura Giorgi

Là dove c’erano un casolare e un podere abbandonato oggi c’è una tenuta di oltre 30 ettari, di cui 22 sono di vigna, 12 espiantati e ripiantati nello scorso autunno, più un’ “arca di Noè” dedicata all’autoctono romagnolo per eccellenza, l’Albana di cui vengono riprodotti i cloni principali e anche l’antico metodo di allevamento a pergola romagnola.

La banca e il vino

Banca di Bologna Real Estate ha presentato nei giorni scorsi la nuova tenuta Terre della Rocca sulla quale ha investito mettendo piede in Romagna, in una zona non banale: sulla soglia del parco regionale della Vena del Gesso. Un’operazione che ha schierato una squadra di professionisti del territorio, impegnati dall’ideazione alla conduzione della vigna fino allo stile dei vini: Giorgio Melandri che coordina il progetto e segue insieme ad Anna Maria Falcone anche la comunicazione, Francesco Bordini consulente per la genetica e la scelta dei porta innesti, Francesco Marchi agronomo che segue stabilmente la tenuta ed Emanuele Liverani terzista che esegue le lavorazioni in vigna.
“Oggi vinifichiamo i due sangiovesi a Villa Paiano a Modigliana e l’albana, il primo esperimento da uve non nostre visto che attendiamo che la vigna cominci a produrre, alla Fattoria Monticino Rosso di Imola – spiega Giorgio Melandri -. Nel tempo l’idea è di renderci autonomi sulla produzione nel metodo classico da uve di albana e stiamo quindi cominciando ad accumulare esperienza. Sono pochi infatti in Romagna ad aver puntato con determinazione sulla spumantizzazione dell’albana con metodo classico, noi vorremmo specializzarci in questo con I’ “Ysola”. I lavori per la messa a punto del secondo edificio dove insediare le cataste per le bottiglie e la presa di spuma sono già partiti”.

I nucleo dell’azienda

Intanto sono state preparate la vigna e l’edificio centrale, che la banca utilizzerà anche per accoglienza ed eventi aziendali. «Il lavoro è cominciato tre anni fa e quello che si vede oggi è il frutto di
una discussione senza sosta e molto costruttiva – spiega ancora Giorgio Melandri -, dalla scelta delle viti da piantare, alla palizzata che circonda la vigna per preservarla dalla fauna selvatica. In qualche modo questo luogo sarà una porta di accesso anche al Parco della Vena del gesso e sarà bello creare una rete con i produttori dì un territorio che finora era rimasto piuttosto marginale in questo ambito». È stato fatto un grande lavoro di terrazzamento e irreggimentazione delle acque, utile alla vigna ma anche alla tenuta di un territorio che ora in effetti ha cambiato volto e il colpo d’occhio per chi si affaccia sulla frazione di Isola, arrivando dalla provinciale per Casola Valsenio o scendendo dai colli fra Imola e Riolo, è evidente. Il paesaggio offre poi intorno lo spettacolo dell’affioramento della Vena gessosa e luoghi suggestivi più nascosti e selvaggi comela forra del rio Basino.

Vigne nuove

Dei 22 ettari di vigna ora a frutto, 12 sono stati spiantati e ripiantati l’autunno scorso. La maggior parte sono uve bianche: 7 ettari di albana e 2,5 di trebbiano, di due tipologie, più un po’ di bombino bianco. Quarantacinquemila piante in tutto, a cui si aggiunge l’interessante vigneto storico con tutti i cloni di albana denominato “Vigna di Caterina”. “Questa albana darà la prima vera vendemmia nel 2022, quest’anno vedremo comunque i primi grappoli – spiega Melandri -. L’obiettivo credo originale è quello di specializzarsi sulla spumantizzazione di questo vitigno, trattato come un Pinot nero, per poi portarlo in giro per l’Italia. L’impegno della Banca di Bologna è consistente, ci crede, e sono contento che parli della Romagna, l’albana, il sangiovese e anche questo territorio”. Oggi vengono prodotte solo diecimila bottiglie fra i due sangiovesi. Il Trinzano e La Furha (10 ettari sono dedicati a questo vitigno). Sono e saranno sempre solo in versione Superiore, non si faranno riserve, è
questa la cifra stilistica ispirata dallo stesso Melandri. L’Albana metodo classico è invece l’Ysola. L’obbiettivo è ambizioso: arrivare a 100 mila bottiglie, per ora distribuite dalla Drinnk.

Cavalieri Melandri

Marco Cavalieri direttore di Banca di Bologna Real Estate proprietaria della tenuta e il consulente Giorgio Melandri

Cavalieri Melandri

Qui sopra i tre vini della nuova azienda vinicola: l’albana spumante metodo classico Ysola e i due Sangiovesi Il Trinzano e La Furha