Si racconta che Galla Placidia, figlia dell’imperatore romano Teodosio il Grande, all’incirca nel 1.400, durante una sosta in Romagna assaporò in una ciotola di terracotta il biondo vino del posto. Era l’Albana. Le piacque talmente tanto che alzando la ciotola esclamò “Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro”.

L’albana racconta infatti di un vino contadino, consumato prevalentemente nelle case, che non ha mai avuto un vero mercato di riferimento.
Da qualche anno però questo vitigno sta vivendo una stagione di rinascita e di riscoperta della propria identità.
Su questi valori si basa il progetto di Terre della Rocca che ha operato una scelta stilistica precisa: eleganza e finezza.

Per condividere il lavoro fatto e tante nuove idee si è tenuta a Terre della Rocca un bellissimo incontro tra operatori e addetti ai lavori.

Terre della Rocca ha l’ambizione di essere volano di una nuova visione che esprime l’albana sui temi che ne possono fare un vino di grande carattere capace di valorizzare un territorio uscendo dal contesto locale per essere apprezzato in tutto il mondo.

Siamo convinti che un territorio possa crescere solo attraverso la rilettura e la sperimentazione – sostiene Eugenio Pellegrino Presidente di Terre della Rocca- Unire l’esperienza di un territorio ricco e da sempre molto vivace alla volontà di recuperare il territorio in una chiave innovativa è la cifra distintiva della nostra realtà”.